Il tuo corpo sfinito
non conosce la lotta
e il potere del sudore
che lega le nostre anime
all'instabilita' della carne.
Questa e' una ferita
che affido al respiro
che riemerge solo alla fine del mondo.
Non posso piu' condividere
gli organi vitali
che ci univano dalla nascita.
Restituiscimi almeno il cuore
e il tempo sprecato nella comune passione.
Lasciami lontano dai passi di un eco
che si e' arresa
alla via piu' breve di tutti i ritorni.
Dal Libro "Poesie dell'amore migratore"
(Enzo Ragone)
domenica 4 novembre 2007
IL TUO CORPO SFINITO...
Pubblicato da Enzo Ragone alle domenica, novembre 04, 2007
Etichette: Poesia
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