venerdì 23 novembre 2007

Occhi

I nostri occhi
tengono a distanza le parole.
Si cercano a intervalli regolari.
Eppure si prendono gioco
del passare del tempo.
Sono solo uno sguardo.
Sono le nostre vite
lasciate alle spalle.
Sono la luce di un faro
che taglia in due questa notte.

La mano invisibile

Una mano invisibile
ha piegato le volte del tempio
e di tutte le forme sovrane.
Ha disarmato il cielo.
Ha nascosto il dio
nelle viscere della terra.
Ha rinchiuso l'uomo
nel labirinto della superfice.
Ha dissotterrato il finito
che dormiva felice accanto all'infinito.
Ha separato per sempre
il corpo del sonno
dall'anima del sogno.

Poesie dell'Amore Migratore


Enzo Ragone parte, a mio avviso, da una tradizione estremamente attuale e moderna, che è quella della poesia metafisica inglese del Seicento, penso a John Donne. La sua è una poesia altamente concettuale dove, però, il concetto confina sempre con il precetto. E' sempre un affacciarsi sulle cose, è sempre un gesto retrattile di chi si sottrae alla possibilità e vive dentro il perimetro dell'eterna virtualità del linguaggio.
La lingua per Ragone è un modo per produrre un'azione muta, per svilluppare un silenzio nel gesto, un rallentamento della
azione. Egli scrive poesie per acquistare forza rallentata dello sguardo. E' poesia visiva, quella di Enzo Ragone, dove l'immagine
è un pensiero dipinto attraverso le parole.

(dall'introduzione di Achille Bonito Oliva)

L'opera


Il deserto e la terra sono i sotterranei del cielo toccati dall’amore nel suo viaggio migratorio, sono il paesaggio mobile che trattiene solo le impronte del pensiero. In questo volo ripetuto c’è una sola rotta c’è il destino di tutte le parole cadute nel gioco di un sapere combinatorio. Nelle Poesie dell’amore migratore c’è la forza rallentata dello sguardo. “Questa è poesia visiva” come scrive nella prefazione Achille Bonita Oliva, “dove l’immagine è un pensiero dipinto attraverso la parola”. I disegni che Enzo ha scelto per questo libro sono invece graffi sulla pelle dell’anima. “Il disegno slitta”, scrive ancora Achille Bonita Oliva, “vola alto e ricade col suo peso gravitazionale sulla pagina che lo accoglie e lo custodisce”. Il disegno di Enzo Cucchi è la cerniera, l’intervallo, il vuoto necessario della poesia neometafisica di Enzo Ragone.

L'AUTORE
Enzo Ragone, alla sua prima raccolta di poesie, è inviato della Rai. Si occupa di temi legati ai Balcani e alle minoranze linguistiche per le rubriche della Tgr-RaiTre “Estovest” e “Levante”. Ha curato reportage di archeologia per “Tgr Mediterraneo”. È coautore di Intervista sulla televisione di Furio Colombo, con la prefazione di Umberto Eco (Pironti edizioni 1988).

domenica 4 novembre 2007

IL TUO CORPO SFINITO...

Il tuo corpo sfinito
non conosce la lotta
e il potere del sudore
che lega le nostre anime
all'instabilita' della carne.
Questa e' una ferita
che affido al respiro
che riemerge solo alla fine del mondo.
Non posso piu' condividere
gli organi vitali
che ci univano dalla nascita.
Restituiscimi almeno il cuore
e il tempo sprecato nella comune passione.
Lasciami lontano dai passi di un eco
che si e' arresa
alla via piu' breve di tutti i ritorni.

Dal Libro "Poesie dell'amore migratore"

(Enzo Ragone)

Le Mani

Le tue mani cercano l'ultima arma
nella terra che solo io ho amato.
I tuoi occhi cercano lame
nel cielo che mi ha sempre protetto.
La mia pelle chiude ogni poro a questo contaggio.
Gli altri sensi sono al riparo
nelle riserve segrete di un futuro
di cui non ti ho mai parlato.
Grazie amico mio
per aver reso mortale l'amicizia.










"Poesie dell'amore migratore"
Avagliano Editore

sabato 3 novembre 2007

L'ULTIMA PAGINA BIANCA


Scrivo finalmente
nell'ultima pagina bianca.
Al centro e' incisa la parola fine,
circondata da tutti silenzi,
che hanno ispirato la mia poesia.
Questa pagina ha gli stessi odori della tua pelle.
E' il tatuaggio bianco
del nostro amore segreto.
E' il pallore
che consegniamo all'alba
che ha aspettato paziente
il passaggio di tutte queste notti.

(Enzo Ragone)