Da una riva qualsiasi del fiume
aspetto il ritorno di un nuovo amico
Un'alba strappata
all'immortale pallore di un velo
che il sudore attacca alla pelle del giorno.
Da qui vedo le mani che non si chiudono
sull'imprendibile preda.
Vedo mani raccolte per invocare l'infinito.
Da qui ho visto
le mani mortali di un dio volare via
e uomini venerare il sangue.
Ho visto le forme che le mani
hanno modellato e sotterrato.
Da qui vedo forme
durare più di una sola vita.
sabato 2 febbraio 2008
Le mani che ho visto
Pubblicato da Enzo Ragone alle sabato, febbraio 02, 2008 0 commenti
Il sublime che giace al fondo del niente
Pubblicato da Enzo Ragone alle sabato, febbraio 02, 2008 0 commenti
La poesia di Ragone alla ricerca di verità
Pubblicato da Enzo Ragone alle sabato, febbraio 02, 2008 0 commenti
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